In occasione della Giornata Internazionale della Donna, celebrata l’8 marzo, l’Istat ha pubblicato delle infografiche con dati rilevati tra il 2022 e il 2024 su alcuni aspetti della condizione femminile nel campo sociale e lavorativo.  
Eccone alcuni: 

nel 2023, l’età media della madre al primo figlio è stata di 31,7 anni e l’Italia è risultata caratterizzata da una forte contrazione di primogeniti (186.613 nell’anno, -3,1% sul 2022) e dalla diminuzione dei nati del secondo ordine (-4,5%) e successivi (-1,7%); il numero medio di figli per donna è stato pari a 1,20;

nel 2023 l’indice di asimmetria nel lavoro familiare – che misura, per le donne in coppia, quanta parte del tempo dedicato al lavoro domestico da entrambi i partner occupati è svolto dalle donne – si è attestato sul 61,6 %: si è consolidata la consuetudine sociale di gestione paritaria dei carichi di cura, dovuta anche alla crescita della partecipazione femminile al mercato del lavoro;

è pari al 73% il rapporto tra i tassi di occupazione delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio in età prescolare e quelli delle donne senza figli, a testimonianza della difficoltà nel conciliare vita familiare e vita lavorativa;

tra le persone occupate nei servizi alle famiglie, l’87,2 % è rappresentato da donne, mentre il 12,8% da uomini; il secondo settore in cui le donne prevalgono significativamente sugli uomini è l’istruzione (75,4%) e il terzo la sanità (71,0%), secondo le rilevazioni sugli occupati del terzo trimestre del 2024;

nel 2022, è stato pari al 5,6 % il differenziale retributivo di genere, ovvero la differenza percentuale tra la retribuzione oraria media di uomini e donne rapportata alla retribuzione oraria degli uomini. Il gender pay gap tende ad ampliarsi tra i laureati (16,6%) e i dirigenti (30,8%).

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