da La Repubblica del 13 agosto 2013

L’avvocato penalista è da anni in prima fila nella difesa delle donne maltrattate e nella sua esperienza ritiene che “Non sempre le forze dell’ordine sono preparate a intervenire” e aggiunge “Le donne non si fidino di un uomo che in passato ha avuto comportamenti violenti: potrebbe sempre ricominciare”

“Un uomo che è stato violento tornerà ad esserlo, le donne non devono fidarsi perché perdonare chi è stato violento significa accettare di subire un nuovo reato”. Non ha dubbi l’avvocato penalista ed ex deputato Giulia Bongiorno. La legge che introduce il reato di stalking offre maggiori strumenti, ma può non bastare: “Purtroppo, anche se le donne sono ormai indipendenti, alcuni uomini le considerano come una proprietà e non accettano di sentirsi rifiutati. Ed è così che scatta la violenza”.

Avvocato Bongiorno, a volte la legge non tutela neanche chi prova a difendersi.
“Sicuramente la legge contro il reato di stalking offre maggiori strumenti a forze dell’ordine e magistratura. Però non dobbiamo illuderci, se le donne non sono coerenti non c’è codice penale che possa bastare. A me è capitato di recente d’incontrare al ristorante una donna che due mesi prima aveva denunciato l’ex ed era a cena con lo stesso uomo. Non mi ha neanche salutato perché sapeva perfettamente di aver fatto un errore, ma intanto erano insieme. Purtroppo se le vittime scavalcano la denuncia, e si ricongiungono con chi le ha maltrattate, poco sì può fare per aiutarle”.

Chi invece si comporta in modo coerente può stare tranquilla?
“Non è così purtroppo. È infatti anche vero che le forze dell’ordine non sempre danno una risposta immediata. Sull’argomento c’è una preparazione che io definisco a “macchia di leopardo”. Bisogna capire in quale macchia si capita e solo in alcuni casi siè fortunate”.

Ma il testo dell’ultimo decreto anti violenza secondo lei è soddisfacente?
“Il limite è quello di mettere sullo stesso piano la violenza verso le donne e quella dello stadio, dimenticando che non sono la stessa cosa. Le donne vanno trattate in modo separateda tutto il resto”.

E allora cosa deve accadere perché le donne siano effettivamente tutelate in futuro?
“Occorre puntare sulla prevenzione. Ci vorrebbero delleleggi che sul lavoro, nell’istruzione e nella formazione aiutino a cambiare la mentalità. Gli uomini continuano a ritenersi superiori alle proprie mogli e compagne anche se le donne lavorano, si mantengono da sole e si comprano case di proprietà. Purtroppo in certi uomini quando ricevono un no si scatena un sentimento di possesso che rende il rifiuto inaccettabile e fa scattare meccanismi perversi”.

Quindi possiamo dire che la denuncia tutela le vittime solo a metà?
“No non è corretto neanche questo, la denuncia è fondamentale e va fatta. Ma poi, perché la donna sia sicura, dovrebbe essere accompagnata da una risposta immediata da parte delle forze dell’ordine e da un comportamento coerente dalle vittime”.

Cosa consiglia alle donne che hanno subito violenze e minacce?
“Posso solo dire loro che non ho mai visto un uomo violento che smette di esserlo. Perdonare un uomo aggressivo significa accettare una nuova violenza”.

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