Anche quest’anno, in aprile, è stato pubblicato il Rapporto sull’Avvocatura 2023 – L’Avvocatura oltre la crisi, prospettive di crescita della professione, a cura di Cassa Forense e in collaborazione con Censis.

Nella parte dedicata alle donne avvocato, si legge del gap di genere: nel 2021 il reddito medio delle avvocate, pari a 26.686 euro, è stato meno della metà di quello dei loro colleghi uomini, il cui reddito medio è stato pari a 56.768 euro.

A livello generale, la differenza di reddito in termini assoluti resta superiore ai 30 mila euro, ma il dato sale a oltre 47 mila se il confronto si sposta fra gli avvocati residenti nel Nord Italia; si attesta invece di poco sotto i 37 mila se ci si riferisce alle regioni del Centro. Più contenuta la distanza nel Mezzogiorno, anche se persiste un rapporto di 1 a 2 fra il reddito delle donne e quello degli uomini. Il rapporto diventa assai più elevato in Lombardia, la regione con i più alti livelli di reddito e di volume d’affari per gli avvocati.
La differenza aumenta se si considera il volume d’affari medio, che nel caso degli uomini è stato di 86.695 euro: quasi 2,5 volte superiore a quello delle donne, che si sono fermate a un fatturato di 36.900 euro.

Se si guarda invece ai valori dei redditi medi e degli incrementi registrati nel corso del 2021, un parziale recupero a favore delle donne avvocato si rintraccia nella crescita fra il 2020 e il 2021 e nel confronto con i colleghi maschi. Questi ultimi avevano fatto registrare un aumento dell’11,5%, mentre per le donne il tasso era aumentato del 13,2%.

Altro dato sconfortante, purtroppo, la tendenza – più marcata fra le donne che fra gli uomini – a dichiarare l’intenzione di lasciare la professione. Il rapporto fra chi prende in considerazione questa ipotesi e chi no è di 40 a 60 fra le donne avvocato e di 30 a 70 fra i colleghi uomini.

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