
Pubblicato su Oggi n. 14 del 9 aprile 2020.
Cara Michelle,
in questo momento gran parte del mondo ci invidia il nostro sistema sanitario, dove tutti hanno diritto a essere curati anche se non hanno soldi o assicurazioni. Ho scoperto, per caso, che l’ha introdotto una donna, Tina Anselmi. Mi sembra che abbiamo avuto donne eccezionali nel nostro Paese, ma non ne parliamo quasi mai…
Giulietta
Cara Giulietta,
in questi giorni pieni di ansia e preoccupazione davvero dovremmo tutti rivolgere un pensiero molto riconoscente a Tina Anselmi: è stata proprio lei a istituire quel Servizio Sanitario Nazionale che dal 1978 garantisce la salute e la coesione nazionale del nostro Paese, fondamentale per il suo sviluppo umano, sociale e civile. Dove saremmo oggi, nell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, senza gli ospedali e senza i medici e gli infermieri che al loro interno stanno lavorando senza sosta, con coraggio e abnegazione? In veste di ministro della Sanità, Tina Anselmi si prodigò anche per la riforma dell’assistenza psichiatrica (legge 180 del 1978, la famosa Legge Basaglia) e firmò la legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza: lo fece pur essendo cattolicissima (infatti non l’aveva votata in parlamento), per sottolineare il suo senso delle istituzioni e il rispetto della laicità dello Stato. Tina Anselmi ha inoltre fatto tantissimo per la parità di trattamento del lavoro femminile e maschile (parlando anche della necessità di condividere i compiti legati alla famiglia), ha sempre combattuto per la libertà, i diritti e l’uguaglianza, avendo sempre come unico riferimento il bene collettivo. Insomma, una donna, oltre che intelligente, piena di umanità, libera e coraggiosa.
Oltre a lei, sono tante le donne straordinarie che hanno contribuito a far grande l’Italia. E in effetti di molte di loro si è cominciato a parlare soltanto in anni relativamente recenti, o non si parla ancora abbastanza. Forse anche perché erano tutte troppo impegnate nelle retrovie, a lavorare sodo per farsi “perdonare” il loro essere donne in un mondo di uomini, per macinare risultati e dimostrare che anche una donna poteva benissimo – per esempio – usare un microscopio! E se ci pensi, cara Giulietta, è singolare che per tanto tempo il più grande complimento che si poteva fare a una di noi riguardava suo marito o il suo compagno: “Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Ma perché “dietro”?, perché non “accanto”, come è giusto che sia?
Dunque, se finora delle grandi donne non si è parlato abbastanza, cominciamo a farlo noi stesse: parliamone ai nostri figli e nipoti, e incoraggiamo le ragazze a capire attraverso il loro esempio che le donne non sono inferiori agli uomini e che l’impegno, la tenacia, lo spirito di sacrificio (e l’entusiasmo!) possono farle arrivare lontano, lontanissimo.
Michelle Hunziker