L’8 dicembre 2023 è stato pubblicato dalla Polizia Postale un documento informativo che riporta dati sulla violenza di genere online.

Nel documento si ricorda innanzitutto l’importanza di saper riconoscere i primi segnali di controllo e i tentativi di sottomissione che si realizzano attraverso un uso distorto di smartphone, app e social network. Sempre più spesso i comportamenti verbalmente violenti, persecutori e delatori diffusi in rete sono un’anticipazione di violenze e persecuzioni concrete. A volte il partner comincia esigendo la condivisione dei profili social come segno di fedeltà e prosegue imponendo una supervisione sull’abbigliamento scelto per una serata tra amiche, fino a pretendere la geolocalizzazione sempre aperta per verificare gli spostamenti “da remoto”. Forme di controllo che diventano spunti per minacce e molestie online, anche quando la relazione è finita. Dal momento che i reati online sono strettamente legati alla violenza concreta, questi comportamenti devono essere riconosciuti come un campanello d’allarme, una minaccia concreta alla libertà e alla sicurezza.

Passando ai dati si evince che:

– nel 2022 sono state 347 le donne che hanno denunciato minacce online. Nei primi
dieci mesi del 2023 le denunce sono state 371, con un preoccupante incremento pari
al +24%; gli strumenti più utilizzati per le minacce sono stati i social network (50%) e le
app di messaggistica (31%);

– nel 2022 sono state 412 le donne vittime di molestie online e nei primi dieci mesi
del 2023 sono stati registrati 377 casi, con un incremento del +10%; le molestie sono
avvenute in prevalenza attraverso i servizi di messaggistica (38%) e i social network
(33%);

– nel 2022 sono state 101 le donne vittime di stalking online e nei primi dieci mesi del
2023 sono stati registrati 87 casi, eguagliando il numero complessivo di denunce
raccolte nello stesso periodo dello scorso anno. Le persecuzioni in rete che colpiscono
le donne sono messe in atto perlopiù da persone conosciute nella vita reale, con le
quali si sono condivisi percorsi di vario tipo: ex coniugi, compagni di vita, colleghi di
lavoro che prolungano la forza lesiva della loro aggressione usando la rete –
soprattutto i social network – per insultare, diffamare o diffondere contenuti privati.

– nel 2022 sono stati 191 i casi di revenge porn arrivati all’attenzione della Polizia
Postale e, al 31 ottobre 2023, le denunce per diffusione illecita di immagini o video a
contenuto sessualmente esplicito da parte di donne sono state 163; l’andamento è in
linea con quello registrato nello stesso periodo del 2022.

Scarica il documento.

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