Il 12 luglio scorso è stata pubblicata un’indagine svolta dall’AdEPP (Associazione degli Enti Previdenziali Privati) nel corso dell’anno 2022, che ha coinvolto 16 enti di previdenza con il riscontro da parte di una platea di circa 107.000 iscritti (45.000 donne e 62.000 uomini; il 10% della totalità degli iscritti).

Da essa si evince, tra l’altro, che oggi si assiste a una progressiva crescita della presenza femminile in tutte le categorie professionali: le donne svolgono anche alcune professioni finora ritenute prettamente “maschili”, come geometra e perito industriale.

E ancora: “Pur essendo innegabile che le donne dichiarano un reddito inferiore a quello degli uomini, è anche vero che le donne dedicano comunque meno ore all’attività professionale. Infatti, a fronte del 59% degli uomini che dedicano più di 8 ore al giorno, le donne si fermano al 40%. Aspetto questo che dipende in gran parte dal fatto che, ancor oggi le c.d. ‘responsabilità familiari’ ricadono sulla donna, più che sull’uomo”.

Nell’indagine si precisa inoltre: “Sebbene le madri siano ancora le principali protagoniste della cura dei figli, i dati riscontrabili nelle recentissime indagini condotte dall’Istat, dall’Inapp, e diversi Istituti di Ricerca, mostrano comunque una tendenza alla riduzione delle differenze di genere, in termini di maggiore coinvolgimento degli uomini anche se la condivisione delle responsabilità familiari diminuisce di pari passo con l’aumentare dell’età. Le donne da sempre rivestono il ruolo principale e fondamentale nella cura del nucleo familiare con una sensibilità più spiccata nei confronti dei familiari non autosufficienti e ciò inevitabilmente impatta sulle ore dedicate all’attività professionale.

Infatti, seppur in maniera più ridotta rispetto al passato, il ‘care burden’ – ovvero l’onere dell’assistenza – rimane comunque maggiormente a carico delle donne e ciò rappresenta un fattore determinante degli squilibri che caratterizzano da sempre i ruoli di genere nel mercato del lavoro”.
È interessante evidenziare che: “Alla domanda di chi si occupa dei figli mentre lavori, il 66% degli uomini ha risposto che è la compagna a occuparsene. La stessa domanda posta alle donne ha ricevuto il 17% delle risposte riferite al proprio compagno. Stessa riflessione vale per le professioniste che si dedicano anche alla cura di genitori anziani e/o familiari non autosufficienti: la questione non attiene specificamente alla maternità ma più in generale a tutte le tipologie di cure domestiche. Secondo i dati Istat in Italia, i caregiver familiari fra i 18 e i 64 anni che assistono con regolarità figli o altri parenti di 15 anni e oltre, in quanto persone malate, anziane o con disabilità sono più di 2 milioni e 800mila (7,7%) nel 2018, e in maggioranza si tratta di donne tra i 45 ed i 64 anni (Istat 2019). Ciò inevitabilmente impatta sulle ore dedicate all’attività professionale e quindi al reddito prodotto”.

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