Pubblicato su Oggi n.46 del 21 novembre 2019.

Cara Michelle,
mi ha colpito che l’ad di McDonald’s Steve Easterbrook sia stato licenziato per aver avuto una relazione (consensuale) con una dipendente, vietata dalla policy aziendale. Capisco che questo genere di relazione possa, talvolta, nascondere abusi. Ma esistono anche sentimenti “puliti” a questo mondo: non è un’esagerazione vietare a priori le storie d’amore?
Debby

Cara Debby,
hai senz’altro ragione nel dire che non necessariamente dietro una relazione su un luogo di lavoro si nasconde un abuso, più o meno velato.
Eppure in molte aziende esiste un codice etico che vieta i rapporti sentimentali, sia tra pari grado sia tra impiegati e dirigenti, perché – in modi diversi a seconda dell’incarico rivestito dalle persone coinvolte – si ritiene che pregiudichino la serenità (e dunque la produttività) dell’ambiente. All’atto dell’assunzione, impiegati e dirigenti si impegnano a rispettare questa clausola e dunque le infrazioni devono essere punite. Non importa se, come nel caso dell’amministratore delegato di McDonald’s, la relazione è consensuale: anche perché fare un’eccezione significherebbe dare la possibilità di farla franca a chi invece abusa del proprio potere. Infatti, quando si tratta di dimostrare la consensualità il più delle volte ci si addentra in un terreno scivoloso: non è infrequente che, nei casi di stupro, l’aggressore si difenda sostenendo che la vittima era consenziente. Quindi, secondo me, le dimissioni, spontanee o forzate, di Steve Easterbrook sono state la soluzione più giusta: anche un bravissimo manager (Easterbrook stava risollevando le sorti dell’azienda), se ha sbagliato, deve pagare.
In linea di massima un flirt in azienda non è una buona idea, anche se non esiste un codice etico che lo vieti. Se si tratta di un legame serio, uno dei due dovrebbe cercarsi il prima possibile un altro lavoro: in genere questo “uno” è quello che riveste il ruolo “minore”, dunque quasi sempre è la donna… ma di questo abbiamo già parlato spesso in queste pagine.

Michelle Hunziker

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