
Il 1° luglio 2024 l’Istat ha pubblicato l’indagine sulla sicurezza dei cittadini svolta nell’anno 2022-23, dedicata – tra l’altro – alle molestie a sfondo sessuale subite in ambito lavorativo da persone in età compresa tra i 14 e i 70 anni.
Dall’indagine si evince che il 13,5% delle donne tra i 15-70 anni che lavorano o hanno lavorato ha subito molestie sul lavoro a sfondo sessuale nel corso dell’intera vita, mentre per gli uomini la percentuale è pari al 2,4%.
Le vittime di questo genere di molestie sono soprattutto i giovani entrati da poco nel mondo del lavoro (sia donne sia uomini). E si tratta in prevalenza di giovani donne: il 21,2% nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni (contro il 4,8% dei coetanei uomini). Di poco inferiore è l’incidenza percentuale delle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni (18,9%, rispetto al 3,7% degli uomini).
Le molestie riferite sono state soprattutto sguardi inappropriati e lascivi che mettono a disagio; proposte di immagini o foto dal contenuto esplicitamente sessuale che offendono, umiliano o intimidiscono; scherzi osceni di natura sessuale o commenti offensivi sul corpo o sulla vita privata; avances inappropriate, umilianti oppure offensive sui social o via e-mail; messaggi sessualmente espliciti e inappropriati.
Confrontando i dati con riferimento al genere, nel corso della vita le donne sono state vittime di molestie 4,5 volte in più rispetto agli uomini. Oltre l’81% delle donne subisce molestie sul lavoro da parte di uomini e il 6,2% da altre donne. L’autore delle molestie sulle donne è per lo più un collega maschio (37,3%) o una persona con cui ci si relaziona nel corso dell’attività lavorativa, come un cliente, un paziente o uno studente (26,2%).
Poche le denunce: tra le donne, solo il 2,3% ha contattato le forze dell’ordine e il 2,1% altre istituzioni ufficiali. Sul posto di lavoro si sono rivolte a consulenti (8% dei casi), direttamente al datore di lavoro o a un superiore (14,9%) o si sono confidate con i colleghi (16,3%).