
Pubblicato su Oggi n. 20 del 20 maggio 2021
Cara Michelle,
ho letto molti articoli sul “mom shaming”, la brutta tendenza social di attaccare le neomamme (specie le vip) perché non sono in forma, perché postano foto o non le postano, perché allattano o no…
Mi dispiace per queste donne, ma posso dire una cosa controcorrente? Comincio a stufarmi di tutte queste definizioni, body shaming, mom shaming, cat calling eccetera. Ce n’è davvero bisogno? Non si può semplicemente dire che è sbagliato sbertucciare o attaccare in modo offensivo le persone per qual si voglia motivo, nel mondo virtuale come in quello reale?
Serena
Cara Serena, in effetti basterebbero un po’ di rispetto e di educazione in più per risolvere alla base tanti problemi. E senza dubbio la violenza di certi attacchi lascia sgomenti, soprattutto (ma non solo) quando riguardano l’aspetto fisico di una persona, il suo rapporto con il corpo e il suo modo di vivere esperienze privatissime come la maternità. Il punto è che le cose non sono così semplici, hanno smesso di esserlo anche perché la nostra società è cambiata da quando il confine tra pubblico e privato è diventato troppo sottile, da quando la gente – protetta dallo schermo di un computer – si sente in diritto di insultare, di additare difetti, di censurare comportamenti. Ma allora: sbaglia chi condivide sui social figli, vacanze e matrimoni o chi spara a zero, senza pietà, contro mancanze e difetti (ipotetici o reali non fa molta differenza)? È un circolo vizioso del quale sarebbe inutile, oltre che impossibile, tentare di rintracciare l’origine, ma del quale bisogna prendere atto. Tra l’altro, molti personaggi pubblici sono tenuti a mostrarsi anche quando forse non vorrebbero: pensa alle critiche ricevuta dalla duchessa di Cambridge per essersi mostrata troppo in forma subito dopo il parto; e all’opposto, alle critiche ricevute dalla cognata Meghan che dopo il parto non dimagriva abbastanza in fretta. Verrebbe proprio da dire, “come fai, sbagli”! Per molti personaggi famosi, mostrarsi non è un dovere istituzionale come per i membri della Royal Family, ma condividere immagini sui social è un modo di comunicare con i fan, un po’ come la gente “normale” fa con gli amici. Il problema è che troppa gente prende gusto a criticare gli altri, per partito preso, qualunque cosa facciano. Sotto questo punto di vista, riportare indietro l’orologio proprio non si può: tocca dunque convivere con questo aspetto della nostra società in cui l’immagine ha tanta importanza, e sarebbe bello se da parte di tutti ci fossero più rispetto e considerazione per la sensibilità altrui.
Per quanto riguarda invece l’uso di parole nuove come “cat calling” o “mom shaming”, ti sembrerà strano ma a volte nominare le cose serve a dare loro concretezza e a fare in modo che certi comportamenti non possano più essere sminuiti o sottovalutati. Quindi, ben vengano le parole nuove se ci aiutano a migliorare.
Michelle Hunziker