Con queste righe vorrei esprimere, con tutta me stessa, il mio ringraziamento e la mia massima stima per DOPPIA DIFESA, nello specifico all’avvocato Sorrenti e all’avvocato Bongiorno, che mi ha ispirata.

Sono passati due anni, sono viva, ma mi hanno rubato due anni della mia esistenza, di possibilità perse che non torneranno più; umiliazioni profonde che mi hanno trasformata. Domani sarò altro, testimone di un’esperienza troppo crudele per me.

Grazie all’avvocato Sorrenti e all’avvocato Bongiorno che hanno accolto il mio urlo sordo, troverò la libertà di rigenerarmi con creatività.
Il futuro c’è; e oggi è già un nuovo giorno.

Ho conosciuto un mostro che, in tre mesi, mi ha devastata, succhiato l’anima per invasarla di terrore. Ho perso casa, lavoro, amicizie, dignità e libertà. Tutto!

Ogni giorno e ogni notte era un incubo; l’unica costante: sopravvivere a un mostro che ti considera una cosa, un’incubatrice, una sua proprietà, che a suon di botte e sevizie ti piega alla sua volontà, ai suoi ordini, ti annienta.
Grazie a Dio mi sono salvata, ma l’inferno prosegue perché è troppo difficile descrivere gli eventi, troppa è stata la violenza, e io per prima ero scioccata per quello che mi stava succedendo. Sembrava un film dell’orrore.
L’ignoranza, i tabù, i pregiudizi e l’egoismo intorno mi paralizzavano ancor di più.
Ancora oggi provo un’immensa vergogna e l’onta è ancora pesante da sopportare.

Dopo la denuncia ai carabinieri sono stata salvata, ma anche lì a fatica sono stata “protetta”: spiegare che si è in reale pericolo di vita è quasi impossibile; non ti credono e ti accusano di colpe non tue, ti fanno sentire stupida.
Anche al pronto soccorso devi sopportare amare parole di chi giudica senza sapere e scadono nel cliché: “…Ecco, prima si danno e poi si lamentano, perché litigano con il marito per chiedergli i soldi”.
Quando sono rientrata a casa dalla mia famiglia ero uno zombie e loro sconvolti: era tutta colpa mia e niente aveva più senso.
Successivamente ho avuto bisogno di un avvocato e il mio medico curante mi consigliò un centro di assistenza per donne.
Ci andai, ma due ragazze troppo giovani e impreparate rimasero basite e il risultato fu solo quello di ottenere tanta pietà, oltre alla disperazione di mia mamma.
Mi sentivo persa, ancora una volta dovevo difendere la mia vita e non sapevo come, ci voleva qualcuno veramente forte e determinato per tutelare me e i miei cari.
La cosa certa è che lui mi voleva ammazzare, ma che fare?

E così ho scritto alla Fondazione Doppia Difesa Onlus, ho sentito che solo l’avvocato Bongiorno poteva aiutarmi. Lei sì che ha carattere e crede saldamente nella giustizia. Così ho scritto una mail: lo staff tutto si è dimostrato, da subito, serio ed efficiente.
Mi hanno messo a mio agio, hanno capito la mia vergogna, ma non mi hanno trattata come una sciocca irresponsabile che crea solo guai, non ho fatto loro pena, hanno capito che avevo bisogno di aiuto.
Ci siamo messi all’opera e io, in cuor mio, sentivo che ero nel posto giusto, con le persone giuste.
Questa Fondazione non poteva avere nome più adeguato: DOPPIA DIFESA!
Mi sono sentita al centro di due forze così intense che mi sostenevano. Mi hanno ridato il coraggio di andare avanti: finalmente c’erano loro a difendermi e non ero più sola.
Infinitamente grata.
R.

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