(ANSA) – ROMA, 2 DIC – “È l’ennesima dimostrazione del fatto che proprio nella legge c’è un gravissimo ostacolo alla possibilità di presentare denuncia da parte delle donne che hanno subito violenza sessuale. Sei mesi, come prevedono le norme, sono un termine troppo breve e spesso questo periodo di tempo è a malapena sufficiente perchè una donna inizi anche solo a maturare la decisione di parlare con qualcuno di quello che le è successo. I termini vanno almeno raddoppiati”. Lo sostiene l’avvocato Giulia Bongiorno commentando la decisione del Tribunale del riesame di Bari di scarcerare Maurizio Zecca, il cinquantunenne accusato di aver violentato una dottoressa della guardia medica che lo aveva denunciato dopo nove mesi dall’episodio. “Se il legislatore non modifica la norma – prosegue la Bongiorno – le donne continueranno ad essere doppiamente vittime: di chi ne ha abusato e dello Stato che ha stabilito termini del tutto inadeguati per denunciare. Il tribunale di Bari ha solo applicato la legge e non me la sento di criticare quei giudici”.
“In certi Stati, dove l’ordinamento considera giustamente che per superare avvenimenti sconvolgenti come uno stupro possono servire anche anni di percorso interiore e assistenza, non c’è alcun termine di decadenza e chi subisce violenza può denunciare in qualunque momento, non importa quanti anni sono passati.
Volendo essere garantisti, credo sia opportuno porre un limite entro il quale le denunce vanno presentate, per evitare i rischi di ricatto e di conseguenze negative. Ma i paletti devono essere senz’altro spostati molto in avanti rispetto ad oggi”, sottolinea infine l’avvocato Bongiorno che insieme a Michelle Hunziker ha dato vita alla fondazione ‘Doppia difesa’ contro la violenza di genere. “Purtroppo nessuna forza politica si sta impegnando per realizzare questo cambiamento”.(ANSA).

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