
Pubblicato su Oggi n. 46 del 18 novembre 2021
Cara Michelle, sto seguendo con molto interesse Cuori, la fiction in onda su Rai Uno, ambientata a Torino negli anni sessanta. Lo sfondo è l’ospedale delle Molinette, dove l’arrivo di una bravissima dottoressa mette in crisi gli equilibri del reparto di cardiologia: viene guardata con diffidenza perché è donna, perché è giovane e bella, perché ha a che fare con un’équipe di chirurghi uomini… e perché è la moglie del primario. Non è incredibile che, a distanza di più di mezzo secolo, tante donne debbano ancora trovarsi in situazioni come questa, vittime di pregiudizi e luoghi comuni?
Giovanna
Cara Giovanna, innanzitutto penso che Pilar Fogliati si fantastica nei panni della dottoressa Brunello! Anch’io mi sono appassionata a Cuori e anch’io, come te, sono stata colpita dal fatto che le dinamiche generate dall’arrivo della dottoressa siano ancora, per certi aspetti, attuali: forte della sua preparazione accademica, dell’esperienza maturata in un ospedale americano e di un “orecchio assoluto” (come quello dei musicisti) che le permette di cogliere le minime irregolarità nel battito cardiaco dei pazienti, Delia fatica a ritagliarsi il suo spazio in un ambiente dove rappresenta un’assoluta anomalia. Va detto, per amore di verità, che l’ostilità di (alcuni) colleghi e la diffidenza dei dirigenti dell’ospedale non sono l’unico problema da risolvere: nemmeno le pazienti donne si fidano di lei, e la caposala ha sempre da ridire sulla lunghezza della sua gonna e sul suo camice slacciato. Dunque, mentre il marito primario insegue il sogno di realizzare nel suo reparto il primo trapianto di cuore in Italia, Delia deve lottare innanzitutto per farsi accettare e poi per poter contribuire a questa grande avventura scientifica. Non fa la vittima, non piange sulla spalla del marito, non si arrende… è una donna moderna e capisce di dover vincere da sola la sua battaglia: va avanti a testa bassa come può, meglio che può (e senza rinunciare alla sua femminilità).
La condizione delle donne è molto cambiata rispetto alla metà degli anni sessanta, ma in effetti sarebbe sbagliato credere che certi stereotipi e pregiudizi appartengano al passato. C’è molta strada da percorrere perché la parità sia concreta, sostanziale, e il fatto che se ne parli come di un traguardo già conquistato rende tutto più difficile: il famoso soffitto di vetro contro cui si schiantano le ambizioni e i sogni di troppe donne è purtroppo, ancora, una realtà e fare finta che non ci sia allontana il giorno in cui finalmente verrà sfondato. Affrontare i problemi – in famiglia, nello studio, sul lavoro – con fiducia e con fermezza è il modo migliore per risolverli e andare avanti. Anche il personaggio di una fiction può ricordarci l’importanza di credere nel proprio valore, anche quando gli altri vorrebbero sminuirci, e di fare squadra con le altre donne.
Michelle Hunziker