
Pubblicato su Oggi n.26 del 5 luglio 2018.
Jahantab Ahmadi e Breshna Musazai sono due giovani donne afghane di cui si è parlato recentemente sui giornali e le cui storie rappresentano un bellissimo esempio di determinazione, coraggio e speranza non soltanto per le loro connazionali ma per le donne del mondo intero. Breshna Musazai ha 28 anni e, dopo aver avuto il “privilegio” di frequentare il liceo in Pakistan, si iscrive alla facoltà di Legge presso l’American University di Kabul. Nel 2016 si trova nel campus dell’università quando i talebani lo assaltano: mentre cerca faticosamente di mettersi in salvo (ha una gamba paralizzata dalla poliomielite), viene raggiunta dai proiettili alla gamba (quella sana) e al piede, ma ha la prontezza di spirito di fingersi morta e, rimanendo immobile fino all’arrivo dei soccorritori, si salva. Breshna ha perso la gamba sana, ma non il coraggio e la grinta: il 14 maggio scorso si è laureata, una bella foto la ritrae insieme alle altre laureate. Loro sono in piedi e Breshna in sedia a rotelle, ma è lì, con il suo diploma, a testimoniare la voglia di non arrendersi mai, a nessun costo.
Jahantab Ahmadi, 25 anni, è moglie e madre di tre figli; lo studio è la sua grande passione e, dopo aver lavorato nei campi con il marito agricoltore e aver accudito i figli, la notte studia, studia finché realizza il suo sogno: diplomarsi al liceo. Subito dopo, si lancia all’inseguimento di un altro sogno, ancora più grande: frequentare l’università. Nel marzo scorso, con una marcia di molte ore e portandosi dietro l’ultimo nato – di due mesi –, si presenta nella città dove si tengono i test d’ammissione: gli esaminatori la notano subito perché arriva stravolta, ma soprattutto notano la pacata determinazione con cui, quando il bambino si mette a piangere, lei si siede per terra e comincia a cullarlo tenendolo con un braccio, mentre con l’altra mano continua a scrivere. Forse non così sorprendentemente, Jahantab supera i test e viene ammessa al corso di laurea. Intervistata da una televisione locale, dice con semplicità di averlo fatto anche per far capire ai suoi figli che lo studio è la cosa più importante.
In un paese come l’Afghanistan, tra i meno sviluppati del mondo, le storie di riscatto e affermazione sono molto rare; diventano addirittura eccezionali se le protagoniste sono donne: oltre l’80 per cento della popolazione femminile è analfabeta. Con il loro esempio – senza proclami ma con inflessibile determinazione, come è costume delle donne – Ahmadi Jahantab e Breshna Musazai ci ricordano che la possibilità di istruirsi è fondamentale per gli esseri umani, e per le donne in particolare; chi non ha accesso allo studio non potrà mai acquisire consapevolezza di sé e dei propri diritti.
Giulia Bongiorno