Pubblicato su Oggi n.36 del 13.09.18

Cara Michelle,
sono una tifosa della Lazio e quando posso accompagno il mio fidanzato allo stadio. Sono rimasta senza parole quando ho saputo della richiesta degli ultras biancocelesti di bandire le donne dalle prime dieci file della curva Nord.
Deborah, Roma

Cara Deborah, per chi lo pratica a livello professionistico e per chi a vario titolo lo segue e lo organizza professionalmente, il calcio è un lavoro; per tutti gli altri dovrebbe essere un hobby o una passione, ma sappiamo bene che molto spesso così non è. Non solo per gli interessi milionari che gli ruotano intorno, ma anche perché nel tifo confluiscono sentimenti molto viscerali: rabbia, voglia di riscatto, senso di appartenenza ecc. E tra gli ultras, che vivono l’amore per la propria squadra come una fede, i cosiddetti “irriducibili” tendono a degenerare nel fanatismo – un’accoppiata, “fede + fanatismo”, sempre pericolosissima. Spesso tutto lo stadio si diverte nel guardare le coreografie e nell’ascoltare i cori organizzati dagli ultras, ma il divertimento dura solo finché i tifosi incitano la propria squadra senza insultare quella avversaria (tutt’al più prendendola in giro) o devastare le gradinate, come purtroppo molte volte accade. Documentandomi su internet, ho scoperto inoltre che rendere lo stadio un luogo il più possibile sicuro e piacevole, dove si possa andare anche con i più piccoli senza paura che si facciano male o assistano a spettacoli inadatti, è una preoccupazione di molte società.
Ho letto con piacere che la Lazio ha preso le distanze da questo volantino, specificando che si tratta di un’iniziativa autonoma della tifoseria della curva Nord e che non esprime assolutamente la posizione della società: “Siamo contro ogni discriminazione,” ha detto il portavoce. La Procura federale della Federcalcio avrebbe già aperto un’indagine, mentre la Digos ha approntato una prima informativa indirizzata alla procura di Roma e presto potrebbero scattare le prime denunce. L’ipotesi di reato – stando a quanto riportato dalla stampa – sarebbe quella di discriminazione razziale, in cui rientra la discriminazione di genere.
Dal canto loro, gli ultras hanno ribadito con forza la loro posizione, dicendo che non ritengono di doversi scusare con nessuno e, in buona sostanza, che la curva Nord non è un posto per signorine. Purtroppo non hanno tutti i torti, ma il problema è proprio questo: lo stadio dovrebbe essere un luogo dove ci si diverte e ci si batte lealmente, dove si è avversari e non nemici, non un campo di battaglia a cui una donna deve aver paura di avvicinarsi, o peggio, da cui dev’essere tenuta lontana. Mi auguro quindi che gli ultras capiscano che a fare grande una squadra non sono solo i campioni ma anche una tifoseria sportiva, e che il modo migliore di tenere alti i colori che amano è quello di comportarsi con correttezza.

Michelle Hunziker

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