
Il 7 agosto l’Istat ha pubblicato un focus sulle donne che si recano presso i Centri antiviolenza (CAV), le donne ospitate dalle Case rifugio e le donne che hanno iniziato il percorso di uscita dalla violenza insieme ai Centri, esponendo i risultati di rilevazioni svolte nel 2022 (riferiti all’anno 2021) e i dati del numero di pubblica utilità (1522) rilevati al 31 dicembre 2022.
Dal focus emerge, tra l’altro, che la prima richiesta di aiuto delle donne vittime di violenza è rivolta soprattutto ai parenti o alle forze dell’ordine.
Più precisamente, prima di iniziare il percorso di uscita dalla violenza il 40% delle donne si è rivolto ai parenti e il 30% alle forze dell’ordine, mentre il 19,3% si è recato al pronto soccorso e in ospedale. Le forze dell’ordine e i servizi sociali e sanitari hanno avuto un ruolo decisivo nell’orientare le donne verso i CAV. Il 26,8% delle donne si è recato ai CAV autonomamente e il 17,5% con l’aiuto di parenti e amici, ma il 32,7% è stato guidato dagli operatori sul territorio (forze dell’ordine, servizi sociali e presidi della salute).
Il mondo della scuola, i consultori, il medico di medicina generale o il pediatra (MMG/PLS) e le istituzioni religiose intercettano soltanto una quota residuale di donne, ma possono comunque svolgere una funzione importante non solo migliorando la capacità di individuazione del fenomeno ma anche veicolando il più possibile le informazioni sui servizi specializzati presenti sul territorio.
Dall’indagine emerge inoltre che nel 2022 le vittime segnalate al 1522 sono state donne nel 97,7% dei casi (11.632 sul totale delle 11.909 vittime). Il 38,3% in età compresa tra i 35 e i 54 anni e il 15,7% tra i 25 e i 34 anni. Nell’80,9% dei casi erano italiane e nel 53% dei casi con figli.
La violenza riportata è stata soprattutto quella psicologica (9048, 77,8%), seguita dalle minacce (6342, 54,5%) e dalla violenza fisica (6083, 52,3%). Nel 66,9% dei casi sono state segnalate più tipologie di violenze subite dalle vittime.
Si è trattato soprattutto di violenza agita all’interno della coppia: il 50% da partner attuali, il 19% da ex partner e lo 0,7% da partner occasionali. La maggior parte delle vittime donne ha dichiarato di non aver denunciato la violenza subita (8056, 69,3%) per paura della reazione del violento (20% dei casi) o per non compromettere il contesto familiare (18,5% dei casi). Parte consistente (7,1% dei casi) non ha proceduto alla denuncia perché priva di un posto sicuro dove rifugiarsi.
Altro dato rilevante è quello riferito ai figli delle donne vittime di violenza. Al 31.12.2021 erano seguite presso i CAV 34.500 donne: quelle con figli erano 21.252, il 61,6% del totale. Di queste, 14.307 avevano figli minorenni. Su un totale di 15.248 figli minorenni, la percentuale di quanti hanno assistito alla violenza del padre sulla madre è stata del 72,2%; il 19,7% di questi minori l’ha anche subita.