In occasione della Festa della Mamma, lo scorso 8 maggio è stato pubblicato da Save the Children il 9° report annuale “Le equilibriste – La maternità in Italia 2024”. Vi si parla, tra l’altro, del fenomeno delle dimissioni volontarie post genitorialità, che rende evidentissimo fino a che punto gli squilibri di genere siano ancora radicati.

“A dimettersi,” apprendiamo, “sono principalmente le madri, al primo figlio, entro il suo primo anno di vita.”

E ancora: “Nel corso del 2022, sono state effettuate complessivamente 61.391 convalide di dimissioni volontarie per genitori di figli in età 0-3 in tutto il territorio nazionale, in crescita del 17,1% rispetto all’anno precedente. Di queste, 44.699 (72,8% del totale) riguardavano donne e 16.692 (27,2%) riguardavano uomini. Sono quelle femminili ad essere maggiormente cresciute da un anno all’altro”.

Significativa è anche la differenza tra le motivazioni delle dimissioni date dagli uomini e quelle date dalle donne: “Per le donne, la motivazione principale è la difficoltà nel conciliare lavoro e cura del bambino: il 41,7% ha attribuito questa difficoltà alla mancanza di servizi di assistenza, mentre il 21,9% ha indicato problematiche legate all’organizzazione del lavoro. Complessivamente, le sfide legate alla cura rappresentano il 63,6% di tutte le motivazioni di convalida fornite dalle lavoratrici madri. D’altra parte, per gli uomini, la motivazione predominante è di natura professionale: il 78,9% ha dichiarato che la fine del rapporto di lavoro è stata dovuta a un cambio di azienda, mentre solo il 7,1% ha citato esigenze di cura dei figli”.

 

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