Pubblicato su Oggi del 11.03.18

Proprio nella settimana dell’8 Marzo, la cosiddetta Festa della Donna, si è consumata a Cisterna di Latina l’ennesima tragedia domestica: un uomo ha ferito la moglie, Antonietta Gargiulo, e ucciso le loro figlie, Alessia e Martina, di quattordici e otto anni; poi si è tolto la vita.
Secondo quanto riportato dalla stampa pare che, in settembre, dopo un’aggressione subita a opera del marito (dal quale si stava separando) presso il suo luogo di lavoro, Antonietta Gargiulo avesse presentato alle autorità una richiesta di aiuto che non sarebbe stata compresa, o che sarebbe stata sottovalutata. Non sarebbe il primo caso: basti pensare a Noemi Durini, uccisa nello scorso settembre, la cui madre aveva sporto denuncia rimasta inascoltata.
Credo nelle forze dell’ordine e nella magistratura, ma è inaccettabile il pensiero che, se fosse stato ascoltato un grido d’allarme, alcune vite si sarebbero potute salvare. Chi riceve le denunce deve assolutamente essere in grado di valutare, con sensibilità, accortezza e tempestività, se c’è una situazione di pericolo concreto; anche perché a volte le donne non sono davvero consapevoli dei rischi che corrono e bisogna metterle in guardia.
Fondamentale è, a questo proposito, saper distinguere normali episodi di conflittualità all’interno della coppia da vere e proprie violenze, che richiedono un intervento di tutela immediato. Anche perché, dai dati diffusi in occasione dell’8 Marzo dalla rivista “Poliziamoderna” (mensile ufficiale della polizia di stato), emerge che l’81 per cento degli omicidi di donne avviene tra le mura domestiche o in contesti di parentela e nel 46 per cento dei casi l’assassino è il marito o il convivente; come pure risulta (con riferimento all’anno 2017) che il 76 per cento dei presunti stalker è un ex partner.
Lo Stato non può lasciare sole le donne che chiedono aiuto, deve al contrario intervenire con rapidità ed efficienza. Michelle e io porteremo avanti l’idea di garantire una procedura d’emergenza per le denunce che richiedono intervento immediato: come quando si arriva al pronto soccorso e chi accoglie si assume la responsabilità di dare priorità. Servirebbe a responsabilizzare chi può e deve cogliere le urgenze: quando c’è una vita in gioco, il tempo è fondamentale.

Giulia Bongiorno

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