
Il 13 settembre 2023, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, si è tenuta la presentazione del XXII Rapporto annuale dell’INPS.
La Relazione è stata illustrata dal Commissario straordinario dell’Istituto, Micaela Gelera. Con riferimento al tema pensioni, vi si legge che alla fine del 2022 i pensionati in Italia erano 16,1 milioni, di cui 7,8 milioni uomini e 8,3 milioni donne. L’importo complessivamente erogato è stato pari a 322 miliardi di euro. Le donne, nonostante rappresentino il 52% dei pensionati, sono titolari di solo il 44% dell’importo totale. Il 96% dei pensionati percepisce una pensione INPS, con un reddito lordo mensile medio pari a 1687 euro; quello degli uomini è pari a 1969 euro, del 38% più alto rispetto a quello delle donne. Il restante 4% dei pensionati è titolare di rendite INAIL o di pensioni gestite da altri Enti.
Sempre sul piano comparativo, l’età media al pensionamento degli uomini è passata dai 62 anni del 2012 ai 64,2 del 2022, mentre quella delle donne da 61,3 a 64,7. Come si precisa nel Rapporto, questo sorpasso da parte delle donne è legato alla diffusa discontinuità delle loro carriere, che comporta ritardi nel raggiungimento dei requisiti contributivi per la pensione anticipata.
Con riferimento all’andamento tra il 2012 e il 2022 degli importi medi mensili delle pensioni di vecchiaia e di anzianità/anticipate per genere, si evince che, nel complesso, l’importo medio dei trattamenti percepiti dagli uomini è sempre stato maggiore rispetto a quello delle donne.
La differenza in reddito da pensione tra gli uni e le altre deriva perlopiù dal minor numero di anni di contribuzione: infatti, le donne escono dal mercato del lavoro prevalentemente con la pensione di vecchiaia, mentre gli uomini escono con la pensione anticipata, che storicamente registra un importo medio superiore (nel 2022 è stato di 2043 euro per gli uomini a fronte dei 1660 euro delle donne, mentre nel caso della pensione di vecchiaia i valori erano di 1112 euro e di 752 euro).
L’importo della pensione anticipata è storicamente superiore a quello della pensione di vecchiaia (nel 2022, mediamente 1975 euro rispetto ai 1092 euro dei trattamenti di vecchiaia) in quanto, generalmente, le pensioni anticipate sono legate a carriere lavorative più lunghe e con remunerazioni più elevate.