In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo preso parte in videoconferenza a un incontro di sensibilizzazione organizzato dal Liceo Statale Alfano i di Salerno, nell’ambito del curricolo di educazione civica.

All’evento online – introdotto e moderato dalla docente di diritto, Elda Izzo – hanno partecipato oltre duecento alunni del quarto anno: i ragazzi hanno dimostrato attenzione e consapevolezza sul tema della violenza di genere, presentando video di danza e musica, recitando poesie e cimentandosi in interpretazioni teatrali.

Fondazione Doppia Difesa Onlus, nella persona dell’avvocato Marina Rotoli, ha illustrato la missione e l’attività della fondazione, svolta con grande dedizione anche durante la perdurante emergenza epidemiologica da Covid-19 e compatibilmente con le relative misure restrittive. Dopo aver ricordato i dati statistici nazionali sul fenomeno della violenza contro le donne, l’avvocato Rotoli ha menzionato i recenti rapporti statistici sugli stereotipi di genere e sui pregiudizi sulla violenza sessuale; si è parlato inoltre delle principali novità della Legge n. 69 del 2019, il cosiddetto Codice Rosso. Per concludere, è stato proiettato un video istituzionale della Onlus, arricchito dalle testimonianze di donne vittime di violenza aiutate dai professionisti di Doppia Difesa.
Erano presenti, tra gli altri, la dirigente scolastica Elisabetta Barone, i coordinatori di educazione civica delle classi quarte del Liceo e il Maresciallo Capo Viviana Ruocco, dal 2014 referente per la provincia di Salerno per i reati di violenza di genere nonché docente per la formazione in materia delle Forze dell’Ordine.

Durante il suo intervento, il Maresciallo Capo Ruocco ha spiegato che i Carabinieri devono essere formati per poter dare alle vittime un sostegno adeguato e, sempre allo scopo di risparmiare a queste donne la cosiddetta “vittimizzazione secondaria”, ha annunciato l’inaugurazione presso il Comando locale di una stanza dedicata all’audizione protetta delle vittime e dei loro figli minori (a loro volta vittime della cosiddetta violenza assistita): purtroppo, infatti, non sempre le donne trovano interlocutori preparati e sensibilizzati; e a volte sono costrette a riferire le violenze subite in ambienti affollati e rumorosi.

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