Come ogni anno, l’8 Marzo diventa un’occasione per fermarsi a riflettere sulla parità di genere e sulla condizione della donna: cosa è stato fatto? Cosa si può fare ancora? A che punto siamo?

Proviamo a tracciare, per sommi capi, un quadro della situazione.

In questi anni sono stati compiuti notevoli passi avanti, ma il problema non può dirsi risolto: non sempre alle enunciazioni di principio corrispondono i fatti. La discriminazione di genere – spesso all’origine della violenza – è ancora molto, troppo diffusa. Anche se a volte viene negata.

Ecco perché non possiamo permetterci di abbassare la guardia.

Secoli di patriarcato in cui le donne sono state ritenute inferiori condizionano la società in cui viviamo e i rapporti tra i sessi. È un problema culturale, che si manifesta sin dalla scelta di differenziare i giochi “da maschio” da quelli “da femmina”, passa attraverso il ruolo subalterno delle donne all’interno della famiglia, le costringe a drammatiche scelte tra figli e lavoro e infine le ostacola nell’accesso ai vertici che guidano aziende e governi.

Quindi non lasciamoci ingannare da chi sostiene che il problema è stato risolto. Serve un cambiamento autentico, sostanziale, che leggi possono e devono accompagnare ma che da sole non possono produrre.

Ne parliamo ogni giorno, lo ribadiamo ogni 8 Marzo. Se il cambiamento ancora non c’è stato è anche perché spesso a battersi le donne sono sole.

E invece c’è bisogno anche degli uomini. La parità di genere ci riguarda tutti, indistintamente.

Gli uomini sono parte della società a cui dobbiamo chiedere di cambiare e sono chiamati a diventare parte attiva del cambiamento: è indispensabile che prendano le distanze dagli stereotipi patriarcali e che contribuiscano a educare i figli al rispetto, alla parità, alla fiducia, alla comprensione. Soprattutto attraverso l’esempio.

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Dal 2007 Doppia Difesa è al fianco delle donne vittime di violenza e dà loro assistenza legale e psicologica. La Fondazione, inoltre, è attiva sul piano della sensibilizzazione e sollecita l’introduzione di novità normative in materia: anche grazie a Doppia Difesa hanno visto la luce la legge sul cosiddetto stalking (2009) e quella sul cosiddetto Codice Rosso (2019), che porta proprio la firma di Giulia Bongiorno.

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