Pubblicato su Oggi n.49 del 13 dicembre 2018.
Cara Michelle,
ho letto l’intervista di una donna che ha subìto stalking per anni dal compagno, un uomo politico. Nonostante le sue denunce (comprovate e “pubblicizzate”), quest’uomo è stato comunque eletto in una giunta comunale. Ma come può essere? Forse lo stalking non è ritenuto un crimine sufficientemente grave per essere esclusi dalla scena politica?
Claudia
Cara Claudia, la presunzione di innocenza porta a ritenere che un imputato è innocente fino a prova contraria. Inoltre, secondo la Costituzione italiana non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Nel caso in questione forse si sta parlando di un innocente, ancora non possiamo saperlo, ma di sicuro si sta parlando di qualcuno sulla cui reputazione pesano delle ombre. Sul fatto che lo stalking sia un crimine gravissimo, da contrastare e punire con l’intento di sradicarlo per sempre, non ci sono dubbi. Quello che è opinabile, al contrario, è la scelta di candidarsi (e di appoggiare un candidato) prima che la vicenda giudiziaria sia giunta all’epilogo. In casi del genere, uomini che occupavano posizioni di prestigio o comunque di visibilità si sono dimessi o autosospesi: per una forma di rispetto e di correttezza nei confronti della cittadinanza, degli azionisti della società, dei vertici aziendali, delle istituzioni ecc. Il personaggio a cui fai riferimento deve aver ritenuto invece di poter esercitare il diritto di non fare un passo indietro, considerato che la sua vicenda giudiziaria non si è ancora conclusa e che dunque – ai sensi della legge – è da considerarsi innocente. Non possiamo sapere se qualcuno gli aveva consigliato di farsi da parte, dal momento che oltre ai vincoli posti dalla legge ci sono quelli dettati dall’opportunità, dalla sensibilità e dallo stile. Si tratta di scelte che non sono assolutamente in grado di giudicare, dunque me ne guardo bene: nessuno pretende di sostituirsi alla giustizia, e in ogni caso la presunzione di innocenza è un principio inviolabile. Quello che posso rilevare è che probabilmente in certi casi sarebbe più prudente evitare di mandare messaggi ambigui: è vero che purtroppo a volte i processi si trascinano per anni rischiando di paralizzare la vita di un cittadino, ma finché la colpevolezza non può essere esclusa forse sarebbe più opportuno defilarsi (o incoraggiare a defilarsi). Anche se la legge non lo impone, e anche solo per evitare di suscitare polemiche e pettegolezzi.
Michelle Hunziker