Il 19 aprile, dalla Stazione di Bologna Centrale – Binario 1, è partito il treno straordinario numero 1714 diretto a Genova Brignole. A bordo, le ragazze e i ragazzi di cinque scuole medie superiori di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma. 

Si è così concluso, per questo anno scolastico, il progetto BINARIO UNO “In viaggio contro la violenza”, iniziativa promossa da UGL Ferrovieri Emilia-Romagna con la partecipazione di Caracò, Fondazione Doppia Difesa Onlus e Edela.

Il viaggio è stato l’atto conclusivo del progetto, dopo l’evento dello scorso 6 febbraio presso il Teatro al Parco di Parma/Solares Fondazione delle Arti, in una giornata durante la quale gli psicologi della Fondazione Doppia Difesa – la dottoressa Grazia Stocchino e il dottor Salvatore Gibilisco – hanno svolto un primo step info-educativo. L’obiettivo di questo incontro era sensibilizzare i ragazzi sul tema della violenza di genere, osservata nelle sue diverse sfaccettature, ed evidenziarne le radici culturali, sottolineando al tempo stesso la necessità di acquisire criteri e strumenti per riconoscerla. 

Nei mesi precedenti – grazie al coordinamento tra i legali della Fondazione Doppia Difesa Onlus e i docenti – i ragazzi avevano lavorato su parole chiave e tematiche concernenti la violenza di genere, utilizzate come spunto di riflessione su condotte comuni e/o situazioni vissute, direttamente o indirettamente, anche in rete.

Attraverso l’educazione non-formale, Caracò li ha poi portati a mettersi in gioco in diversi percorsi artistici, teatrali e musicali: per ogni classe è stata costruita una performance sul tema in questione.

All’arrivo a Genova, il 19 aprile, tre legali di Doppia Difesa – gli avvocati Claudia Sorrenti, Roberta Galgano e Anita Liporace – hanno tenuto presso il Palazzo Ducale un intervento il cui obiettivo era indurre nei ragazzi un ragionamento critico sugli stimoli esterni che assorbono, anche inconsapevolmente, in ogni contesto e che generano stereotipi e pregiudizi, substrato culturale della violenza di genere. 

Vista la giovane età della platea, le professioniste della Fondazione hanno posto l’accento anche sul ruolo dei social media quali amplificatori di contenuti potenzialmente dannosi: si è voluto così sensibilizzare sulla necessità di un uso informato della rete e di una maggiore consapevolezza degli effetti della diffusione di video e immagini.

I ragazzi – coordinati da Alessandro Gallo, di Caracò – hanno poi dato vita a uno spettacolo, esprimendo attraverso le arti sceniche le emozioni vissute ed elaborate durante le fasi precedenti del progetto. È stato evidente che essere giovani non è affatto sinonimo di immaturità, anzi! Si è trattato, dunque, di un’importante presa di coscienza sia per i ragazzi in scena sia per gli adulti che hanno assistito. 

Era presente la presidente di Edela – associazione a sostegno degli orfani di femminicidio –, con Valentina Belvisi, autrice del libro Rinasco per te (Graus Edizioni).

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