Il 25 novembre 2024 l’Istat ha pubblicato altre tavole di dati sulla violenza che si riferiscono al terzo trimestre del 2024 (in aggiunta a quelle riferite al primo e al secondo).
Dai dati – relativi alle chiamate ricevute dal numero di pubblica utilità 1522 – emerge che, in continuità con i trimestri precedenti, la tipologia di violenza “principale” subita da circa la metà delle vittime è quella fisica (43,1%), seguita da quella psicologica (35%). Considerando i casi di vittime che hanno subìto due o più tipi di violenze, la psicologica risulta quella maggiormente associata ad altre forme di abuso, con un
totale di 1980 casi. Analizzando il complesso delle violenze riportate, le tipologie più frequenti – oltre alle forme fisiche e psicologiche – sono le minacce (1868) e gli atti persecutori (867). Significativa è anche la quota di segnalazioni per violenza economica (906).
In linea con i dati precedenti, la lunga durata degli atti violenti: oltre la metà delle vittime (52,3%) riferisce di averli subìti per anni. Questa esposizione prolungata ha un impatto significativo sui loro comportamenti: il 61,7% soffre di ansia e si trova in un grave stato di soggezione.

Un altro dato che si conferma è il luogo in cui avviene la violenza: la percentuale di vittime che indica la casa rimane sostanzialmente invariata, attestandosi sul 72%. Si conferma di conseguenza anche l’elevata percentuale di casi di violenza assistita: oltre la metà delle vittime (58,6%) ha figli, e di queste il 54% dichiara di avere figli minori. Inoltre, il 21,3% delle vittime riporta che i figli hanno assistito e subìto la violenza, mentre nel 32,5% dei casi hanno solo assistito.

Il fatto che la violenza avvenga principalmente in ambito familiare spiega la prevalenza della figura del partner o dell’ex partner come “autore”: il 50% delle vittime segnala il partner attuale (convivente o meno), il 21% l’ex partner, lo 0,5% un partner occasionale; l’11% i familiari.

Nel terzo trimestre del 2024 si conferma anche il dato per cui il 73% delle vittime non denuncia la violenza subita alle autorità competenti. Il principale motivo è ancora la paura delle reazioni dell’autore (37,5% dei casi).


Tavole Istat, pubblicate il 25 novembre 2024

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