Lo scorso 4 luglio, l’Istat ha pubblicato la settima edizione del Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) – Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – adottati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con l’Agenda 2030. In tale Agenda, che risale al 25 settembre 2015, si delinea per i prossimi 15 anni il piano di azione globale per sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità per tutti. Il report Istat monitora annualmente gli avanzamenti dell’Agenda per l’Italia ed è stato stilato con le informazioni disponibili al 26 giugno 2024.

Con riguardo al Goal 5 (uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), che si riferisce alla parità di genere, si legge in particolare che migliora la distribuzione di genere del lavoro domestico.

Nel 2023, l’indice di asimmetria nel lavoro familiare – che misura la percentuale di tempo dedicato al lavoro familiare dalle donne sul totale del tempo dedicato al lavoro familiare da entrambi i partner – è rimasto immutato: 61,6%. Nell’arco di dieci anni, tra il 2014 e il 2023, è tuttavia diminuito tuttavia di 5,4 punti percentuali. Il miglioramento è stato osservato in tutto il Paese, sebbene in misura maggiore al Nord (-5,9 punti percentuali rispetto alla media italiana) rispetto al Centro (-5) e al Mezzogiorno (-4,4). Il dato rispecchia il lento consolidarsi di una consuetudine sociale di gestione paritaria dei carichi di cura, dovuta anche alla crescita della partecipazione femminile al mercato del lavoro (cfr. Goal 8). 

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