
Deborah Dirani per Vanity Fair dell’8 agosto 2013
«Lo trovo un provvedimento positivo, ma timido». Così commenta il Decreto Legge sullo stalking approvato dal Governo poche ore fa, Giulia Bongiorno, avvocato penalista, già parlamentare del Pdl e di Futuro e Libertà nella scorsa legislatura, e la relatrice della prima legge sullo stalking datata 30 gennaio 2009. Ora, lasciato lo scranno di Montecitorio, Bongiorno è tornata a dedicarsi completamente al diritto e, allo stesso tempo, alla tutela delle donne con la sua fondazione “Doppia Difesa”.
Cosa intende avvocato con il giudizio “positivo ma timido”?
Intendo che le misure adottate siano positive da un punto di vista repressivo, dell’inasprimento delle pene e anche nella possibilità dell’allontanamento da casa del coniuge violento. Contemporaneamente, però, sono lacunose e non risolvono aspetti fondamentali del problema della violenza sulle donne.
Quali sono le lacune?
Innanzitutto a poco serve inasprire le pene se non si interviene sul Codice di Procedura Penale. Mi spiego meglio: perché una sentenza per un reato di violenza su una donna passi in giudicato (ossia diventi esecutiva e definitiva, ndr) in media in Italia servono 7 anni. Sono troppi, su questo non ci sono dubbi e solo con un intervento riformatore di tipo procedurale si può ovviare a questo problema. In secondo luogo l’altro limite che trovo in queste misure è che non intervengono sulla causa della violenza. La violenza si deve prevenire, se ne deve prevenire la causa.
Ritiene quindi che il Governo potesse fare di più?
Penso che più che un pacchetto di leggi, che pure ripeto giudico tutto sommato positive, il Governo dovrebbe avere un vero ministero delle Pari Opportunità: ecco credo che questo sarebbe un segnale forte, più forte che una serie di provvedimenti come quelli che si vanno ad adottare.