Pubblicato su Oggi n.15 del 18 aprile 2019.

Cara Michelle, 

le eroine Disney sono finite per l’ennesima volta nel mirino. Prima erano accusate di essere troppo remissive, sempre pronte a farsi salvare dal principe di turno. Adesso, la modella bisessuale Cara Delevingne sostiene che l’abbiano confusa da piccolina, perché amano solo uomini. Mi chiedo: ma secondo te non si sta chiedendo un po’ troppo a queste eroine? Possibile che Biancaneve e Cenerentola debbano in un colpo solo riscattare il femminismo e pure aiutare gli adolescenti sessualmente confusi? Non dovrebbe, tutto questo, essere compito prima di tutto dei genitori, della scuola, della comunità?

Claudia

 

Cara Claudia, il senso della misura è come sempre prezioso.
Negli ultimi anni, la Disney si è “modernizzata” e ha cominciato a proporre eroine più emancipate e attive, come la stupenda Merida del film Ribelle, una principessa con arco e frecce, che non ha legami sentimentali e che sa salvarsi molto bene da sola, senza bisogno di un principe azzurro. Merida non è soltanto coraggiosa e ribelle, è anche affettuosa, legatissima ai fratelli e amante della natura: come molte ragazzine, si sente più compresa dal padre che dalla madre, con la quale ha un rapporto conflittuale. Potrebbe essere più moderna di così? È vero, il film è del 2012, ma anche Belle di La Bella e la Bestia (1991) è una ragazza tutt’altro che banale: amante dei libri, è perfettamente in grado di tenere a bada un pretendente bello ma stupido e arrogante come Gaston, per poi riconoscere la vera bellezza – al di là dell’aspetto esteriore – nel cuore della Bestia.

Inoltre, trovo che demonizzare le povere principesse Disney più “tradizionali” sia sbagliato, come anche proporre versioni edulcorate di fiabe considerate crudeli come Cappuccetto Rosso e Pollicino per non traumatizzare i più piccoli: il cuore e la mente dei bambini hanno bisogno di parole, immagini, sensazioni, simboli che stimolino la loro fantasia, e credo siano molto più capaci di elaborazione di quanto gli adulti pensino. In ogni caso, sta innanzitutto alla famiglia e poi alla scuola – come giustamente fai notare – accompagnarli nella crescita e renderli consapevoli della realtà che li circonda, magari portandoli a riflettere con delle domande e aiutandoli a decifrare le situazioni. L’ipercorrettezza politica non è solo nociva, a volte degenera nel ridicolo!

Infine, mi sembra un po’ limitativo ridurre certi capolavori di animazione della Disney allo stereotipo della bella principessa che aspetta di essere salvata dal principe: ci si dimentica degli animali, della musica, delle canzoni, della magia, di mille altri personaggi che a distanza di oltre mezzo secolo ci fanno sorridere… Dopotutto sono favole! E i bambini per diventare grandi hanno bisogno anche di sognare, di proiettarsi – attraverso l’identificazione con il protagonista – in situazioni dove chi è piccolo e indifeso, se cerca il bene, può vincere sulle avversità.

Michelle Hunziker

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