Per il secondo anno consecutivo abbiamo partecipato alla manifestazione Lido in love 2020, su invito della Proloco del Lido di Venezia e Pellestrina – in persona della presidente Micaela Salmasi e delle consigliere Elena Costantin e Barbara Pitteri.
Al gala di beneficenza in favore della Onlus è seguito, nella mattinata del 14 febbraio, un tavolo di confronto nell’ambito dell’iniziativa Break The Chains, dedicato alla Legge n. 69 del 9 agosto 2019 (il cosiddetto Codice rosso) per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza contro le donne. L’evento, presso il Centro di Soggiorno del Comune F. Morosini, è stato moderato dal giornalista Ugo Dinello.

Dopo i saluti istituzionali della presidente del Consiglio Comunale di Venezia Ermelinda Damiano, sono intervenuti la senatrice Donatella Conzatti, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta su femminicidio e violenza di genere; il dottor Massimo Michelozzi, sostituto procuratore della Procura di Venezia; l’avvocato Fabiana Danesin, vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Venezia; la dottoressa Patrizia Marcuzzo, responsabile attività del Centro antiviolenza del Comune di Venezia; e la dottoressa Anna Brondino, presidente dell’Istituto Morosini.

L’avvocato Marina Rotoli, in rappresentanza della Fondazione Doppia Difesa Onlus, ha citato i dati statistici nazionali sul fenomeno della violenza di genere: nel suo intervento ha evidenziato l’aumento dei numeri relativi alle violenze consumate all’interno delle mura domestiche per mano di mariti, partner, fidanzati attuali o ex. Ha inoltre illustrato le attività di assistenza e consulenza legale e psicologica offerte gratuitamente dalla Onlus alle vittime di violenza, spiegando poi genesi e contenuti della Legge c.d. Codice rosso.

La battaglia contro la violenza, ha sottolineato l’avvocato Rotoli, si combatte anche facendo prevenzione, dunque sul terreno dell’educazione e del rinnovamento culturale: alle famiglie e alla scuola spetta il compito di insegnare ai bambini, fin dalla più tenera età, la parità, il rispetto e la fiducia, per superare gli stereotipi (ancora molto diffusi, come dimostra l’indagine Istat pubblicata lo scorso novembre) che generano pregiudizi, divisione, discriminazione e quindi violenza.

Ha preso poi la parola la dottoressa Benedetta Durini – sorella di Noemi, uccisa a sedici anni da chi diceva di amarla: proprio a partire dall’esperienza vissuta, Benedetta ha ribadito l’importanza di un intervento giudiziario tempestivo a fronte delle denunce di violenza e ha parlato delle iniziative di sensibilizzazione e sostegno in favore di vittime di violenza e delle loro famiglie intraprese insieme alla madre, la signora Immacolata Rizzo, attraverso l’associazione Casa di Noemi.
Infine, è stato ripetuto che il vero amore è fatto di carezze, non di schiaffi, e che in nessun caso bisogna accettare offese, minacce e violenze.

 

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