Lo scorso 25 novembre sono stati pubblicati i risultati dell’indagine “La cultura della violenza”, condotta in ottobre da WeWorld in collaborazione con Ipsos su un campione rappresentativo per età e area geografica della popolazione italiana.
Uno dei temi indagati dalla ricerca si collegava alla seguente domanda: quali sono gli stereotipi di genere sperimentati e i comportamenti di genere “agiti” sin dall’infanzia?
Con riferimento al primo punto, è emerso come “siano tendenzialmente gli uomini a esserne più influenzati, il 62% delle donne ritiene, ad esempio, che non esistano giochi ‘da maschio’ e giochi ‘da femmina’, ma che i giochi siano semplicemente giochi, contro il 45% degli uomini. Per quanto riguarda le bambine, il 22% delle donne ritiene che siano più predisposte a piangere e per il 19% più adatte a dare una mano in casa, quote che salgono al 34% e al 30% tra gli uomini. Rispetto ai bambini, invece, il 31% delle donne concorda col fatto che siano meno abituati delle bambine a mostrare le proprie emozioni, contro il 43% degli uomini”.
E ancora: “Quando è stato chiesto al campione di indicare alcune abitudini agite nel corso dell’infanzia, sono state rilevate tre principali differenze tra uomini e donne. Innanzitutto, si è riscontrata una maggiore tendenza da parte degli uomini a non giocare con i giochi considerati tipicamente femminili, rispetto all’inverso: più del 70% degli uomini non giocava mai con le bambole, contro il 42% delle donne che non giocava mai con le macchine. La quota di uomini che dichiara che da bambino non aiutava mai in casa è il 14%, tre volte quella delle donne (5%), mentre è praticamente la metà quella che dichiara che lo faceva regolarmente, 25% contro 48%. Infine, in linea con il noto monito ‘Boys don’t cry’ (i maschi non piangono), la quota di uomini che dichiara che da bambino non piangeva mai è più del doppio di quella delle donne: 19% contro 7%”.

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