
Nel mese di marzo è stata pubblicata dal CSM, il Consiglio Superiore della Magistratura, la relazione (aggiornata a marzo 2022) sulla “Distribuzione per genere del personale di magistratura”. Essa contiene l’analisi dei dati statistici relativi alla presenza delle donne nel settore: in particolare, oltre a rappresentare la distribuzione secondo il genere del personale di magistratura attualmente in servizio, si esamina la distribuzione per genere dei vincitori di concorso a partire dal 1965, anno che ha visto entrare le prime donne nei ranghi del personale togato.
Si legge, per esempio e tra l’altro, che al 2 marzo 2022 i magistrati presenti in Italia ammontavano a 9576 e che la distribuzione secondo il genere mostra una prevalenza di donne: 4293 magistrati di sesso maschile e 5283 di sesso femminile (pari al 55% circa). Inoltre, l’età media delle donne è più bassa di quella degli uomini di tre anni (49 contro 52).
È Interessante, poi, conoscere l’evoluzione storica della distribuzione per genere nell’ambito dei vincitori del concorso per l’accesso alla magistratura.
Nella relazione si ricorda dapprima che “la legge n. 66 del 1963 regolamentò l’ammissione delle donne a tutte le cariche e impieghi pubblici, compresa la magistratura. Le prime 27 donne sono entrate nel personale di magistratura nel 1965 (in 3 diversi concorsi) e rappresentavano il 6% dei vincitori”. E ancora: “Analizzando la serie storica dei vincitori del concorso di magistratura dal 1965 ad oggi emerge che il sorpasso rosa tra i vincitori di concorso avviene per la prima volta nel 1987, quando, tra i nuovi 300 magistrati, le donne furono 156. Negli anni immediatamente successivi il trend della percentuale di donne vincitrici del concorso è altalenante fino al 1996. Da questo momento in poi il numero delle donne vincitrici del concorso in magistratura è sempre superiore a quello degli uomini. In particolare, il divario si allarga a partire dal 2007. Nel concorso di due anni fa le donne hanno rappresentato il 63% dei vincitori, mentre nell’ultimo sono scese al 61%. È però solo dal 2015 che il numero totale di donne presenti in magistratura ha superato quello degli uomini”.
Viene inoltre analizzata la connessione tra il genere e il conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi. Sul punto si apprende, per esempio, che “i 420 magistrati con incarichi direttivi si distribuiscono in modo non uniforme tra i due sessi. Infatti, quasi tre magistrati su quattro (73%) tra coloro che esercitano funzioni direttive sono uomini. La situazione è leggermente più equilibrata per quello che riguarda le funzioni semidirettive. In questo caso, su dieci magistrati che svolgono tali mansioni quasi cinque di essi sono di sesso femminile (45% sui 722 complessivi)”.