Anche quest’anno, il Global Gender Gap Report 2022 , pubblicato dal World Economic Forum lo scorso luglio, confronta l’evoluzione della parità di genere in quattro dimensioni chiave – politica, economia, istruzione e salute – e rileva i progressi di 146 Paesi misurando i punteggi da loro raggiunti; tali punteggi rappresentano la percentuale del divario di genere che è stata colmata, dunque la distanza percorsa verso la parità.

Nel 2022, il divario di genere globale è stato colmato al 68,1%. Mantenendo questo andamento, ci vorranno 132 anni per raggiungere la piena parità: un leggero miglioramento rispetto alla stima del 2021, quando gli anni previsti erano 136.
Sebbene nessun Paese abbia ancora raggiunto la piena parità di genere, le prime dieci economie hanno colmato almeno l’80% del loro divario di genere, con l’Islanda (90,8%) in testa alla classifica. Altri Paesi scandinavi come Finlandia (86%), Norvegia (84,5%) e Svezia (82,2%) sono tra i primi cinque, mentre altri Paesi europei come Irlanda (80,4%) e Germania (80,1%) sono rispettivamente nona e decima. L’Italia occupa il 63° posto, avendo colmato il 72% del divario.

Interessante – tra l’altro – è lo stato dei divari di genere rilevato a livello globale nella forza lavoro. Con riguardo specifico, per esempio, al lavoro di cura (sul quale la pandemia ha avuto un impatto sproporzionatamente negativo) dai dati del 2019, relativi a 33 Paesi (che rappresentano il 54% della popolazione mondiale in età lavorativa), emerge che la quota di tempo impiegato dagli uomini in lavoro non retribuito è stata, rispetto al lavoro totale, il 19%, mentre per le donne è stata il 55%. Si registra invece una progressione delle donne nelle cariche pubbliche: la quota media mondiale di donne in posizioni ministeriali è quasi raddoppiata tra il 2006 e il 2022, passando dal 9,9 al 16,1%. Allo stesso modo, la quota media mondiale di donne in parlamento è salita dal 14,9 al 22,9%. Restano significativi i divari di genere nell’ambito dell’istruzione: le donne continuano a essere sottorappresentate nei settori STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Considerando i laureati di tutte le discipline, la percentuale di donne laureate in Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) è l’1,7%, contro l’8,2% di laureati uomini; in Engineering and Manufacturing gli uomini sono il 24,6% e le donne il 6,6%.

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