Pubblicato su Oggi n.42 del 24 ottobre 2019.

Cara Michelle,
mi ha molto colpita la vicenda della pallavolista Alessia Orro, vittima di uno stalker. Soprattutto, mi ha commosso sentire quanto la sua squadra, i dirigenti, le siano stati vicino, cercando di tenerla al riparo il più possibile da quest’uomo che la perseguitava. È vero, le forze dell’ordine devono fare la loro parte. Ma il supporto che possono dare amici e colleghi a una vittima di abusi mi sembra – se possibile – ancora più prezioso. Cosa ne pensi?
Alice

Cara Alice, quando sento parlare una vittima di stalking tendo molto a immedesimarmi, per aver provato sulla mia pelle che cosa significa. Proprio le bruttissime esperienze che ho vissuto, in anni in cui nemmeno esisteva il termine stalking (figuriamoci il reato!), mi hanno spinto a dar vita a Doppia Difesa, insieme a Giulia Bongiorno: ero pronta a parlare di quello che mi era successo, ma soprattutto ero consapevole che, se io avevo avuto i mezzi economici, la credibilità e gli strumenti culturali necessari per difendermi, c’erano invece tantissime donne che si ritrovavano invischiate in guai simili senza la possibilità di proteggersi adeguatamente. Volevo dare un senso al dolore e alla paura che avevo provato, volevo che fossero – se non altro – utili a qualcuno.

Penso che se Alessia Orro ha trovato solidarietà e sostegno nelle compagne e nello staff della squadra sia stato anche perché – attraverso le battaglie combattute perché lo stalking venisse riconosciuto per quello che è, ovvero un reato – si è diffusa nella nostra società una nuova consapevolezza: credo che oggi nessuno si sognerebbe più di sottovalutare un pedinatore o un molestatore “gentile”, che ti ricopre di attenzioni, regali e complimenti indesiderati, salvo poi diventare ossessivo o addirittura violento; per non parlare di quelli che fin da subito danno segnali preoccupanti e che nemmeno per un momento possono essere scambiati per degli ammiratori insistenti ma sostanzialmente innocui. Purtroppo è dimostrato che alla base dello stalking c’è uno schema ricorrente, si tratta di un’escalation che può essere graduale oppure subire accelerazioni improvvise, dagli esiti pericolosissimi. Ecco perché bisogna davvero tenere gli occhi aperti e non lasciarsi intimidire. Il sostegno di amici e colleghi è senza dubbio fondamentale, non solo da un punto di vista pratico (come hanno fatto i dirigenti della squadra di Alessia Orro, proteggendola anche fisicamente) ma anche da un punto di vista morale: essere credute, sentirsi comprese, percepire l’affetto e la solidarietà è molto importante, perché ho notato che tra i motivi per cui le vittime di abusi spesso subiscono in silenzio c’è proprio la paura di passare per bugiarde, isteriche, visionarie, esagerate.

Michelle Hunziker

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