In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tenutasi lo scorso 21 gennaio, è stata presentata dal Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione la relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2021. 

Nelle considerazioni finali si riportano dati incoraggianti sullo stato della convivenza civile derivanti dai numeri riferiti agli omicidi: “Nel 2021 in Italia sono stati commessi 295 omicidi volontari. È uno dei dati migliori tra i paesi europei, che a loro volta offrono i dati migliori nel mondo. E non era così: nel 1991 gli omicidi in Italia furono quasi 2.000. In seguito, sono lentamente ma progressivamente diminuiti […]”.

Purtroppo, subito dopo si legge anche: “Vi è però un elemento sconcertante: tra le vittime dei 295 omicidi del 2021, 118 sono donne, di cui 102 assassinate in ambito familiare/affettivo ed in particolare 70 per mano del partner o ex partner. Questo tipo di suddivisione è costante negli ultimi anni, si inquadra in un preoccupante incremento dei reati all’interno della famiglia ed è sintomo evidente di una tensione irrisolta nei rapporti di genere, di un’uguaglianza non metabolizzata. Anche su questo tema vi è un forte impegno dello Stato a cominciare dal Parlamento, impegno che richiede agli inquirenti attenzione e reattività, cui deve seguire severità in sede di applicazione della legge. Ma la risposta repressiva non può raggiungere le cause di un malessere profondo che la società deve affrontare in una dimensione più ampia, a cominciare dai luoghi di formazione della personalità”.

 

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